Essenziale come un brand
Qual è il ruolo del brand in comunicazione e non solo? È qualcosa fra le righe, ma con una forza pazzesca. Solo se diventa un «noi».
Io sono Tatiana e questa è la newsletter di Kanji, quella che parte ogni lunedì mattina per arrivare alla tua casella di posta. Se te l’hanno inoltrata e vuoi iscriverti, puoi farlo da qui.
Mancano 56 giorni a Natale, domani è Halloween. È autunno, la mia stagione preferita (con la primavera), perché amo le mezze stagioni, le sfumature e non i lati estremi (estate e inverno), i contrasti troppo netti (bianco o nero). Mi piacciono le vie di mezzo, quelle dove prende senso la contrattazione, la negoziazione e la condivisione.
Questa mattina ho ascoltato una puntata di Cosa c’entra, un podcast de Il Post condotto da Chiara Alessi, sulla nascita della mappa della metropolitana di New York, che mi ha acceso l’idea del tema di oggi. La storia della mappa di una rete sotterranea così complessa come la metropolitana di NY ha generato una serie di prototipi fino a farla diventare oggi quasi un'anomalia rispetto alle mappe delle metropolitane di tutto il mondo. Questa mappa è il risultato di un continuo confronto (conflitto) tra chi New York la vive e la abita e chi l’ha progettata, fino ad arrivare a essere una mappa che mostra non solo la rete sotterranea ma anche strade di superficie, parchi e quartieri sovrapposti alle linee della metropolitana.
Una ricerca continua, un wayfinding per creare e dare senso al lato estetico, funzionale e sociale e che ha saputo mettere insieme obiettivi con bisogni e desideri.
Dove nasce un brand
Tra qualche ora, lavorerò con un team al branding di un progetto. Una nuova identità partita con le più buone intenzioni che a un certo punto ha perso la rotta e si è arenata, forse perché la mappa è (ancora) incompleta. È normale che succeda: spesso il motivo è dentro il voler essere più che un essere qualcosa. Altre volte è sul dare per scontati alcuni punti fermi di cosa significhi fare branding. Altre, ancora, sul fatto che serva soprattutto fare, invece di progettare.
Il lavoro di oggi verterà proprio sul riprendere le fila da dove tutto si è fermato.
Ahimè, il punto è sempre lo stesso: la fantomatica strategia. Ammetto che fatico io stessa a usare questo termine, perché abusato. Un po’ come per storytelling, sta quasi diventando una buzzword da cui prendere le distanze a discapito della vera essenza del suo significato. Ne ho scritto su LinkedIn qualche giorno fa, riprendendo anche un post di Valentina di Michele.
Che abbia a che fare con il branding, con la comunicazione, con il business, con la UX, per me fare strategia significa (trovare e poi) unire i puntini. Significa trovare i “puntini” e creare una mappa di quei puntini per sapere come unirli per arrivare da qualche parte. Come mi ha suggerito una persona, è rispondere alla domanda “dove vuoi andare?” ma in maniera sistemica, con tutta la complessità del caso, perché non è mai un percorso lineare, ma (quasi) sempre irto di ostacoli, vincoli, oltre che di sfide e opportunità.
Tornando alla questione branding, per tirare fuori l’essenza di un brand, prima di comunicarlo dal punto di vista visuale e verbale, serve andare in profondità per far emergere davvero la sua unicità, senza tanti giri di parole, tirando fuori il perché esiste, come vuole esistere e cosa vuole proporre e fare. Come genera valore per altre persone, dentro e fuori. E, ancora, come mette insieme gli obiettivi di business con i bisogni e i desideri delle persone. Un passare da un noi contrapposto a un voi, a un unico noi.
È forse uno dei lavori più difficili e complessi di cui occuparsi. Un po’ come per la mappa della metropolitana di New York: una sfida bella tosta per sbrogliare nodi, cercare e dare senso e trovare la via.
Come un accordo in do maggiore, perfetto nella sua essenza.
Buon inizio settimana, buon Halloween, buona ricerca,
Tatiana (e Chiara)
📃Il nostro blog/la nostra newsletter
Un disegno, oltre a essere una rappresentazione grafica, è un’intenzione. Qualcosa che traccia, che lascia una testimonianza, che fa accadere qualcosa, come unire i puntini.
📍Cose che hanno lasciato un segno
Sulla strategia, da un punto di vista progettuale ne ha scritto Stefano Bussolon (con il quale ho discusso sul significato di). Siamo molto d’accordo, non abbiamo litigato, abbiamo avuto un bel confronto.
Experience Design: Bridging Brand Intention and Brand Interpretation
Il 9 novembre ci sarà WUD Bolzano, ma è già soldout. Guarda comunque il programma (super).
📚🎧📺 Stiamo leggendo/ascoltando/guardando
Le letture, gli ascolti e le visioni di Chiara
Settimana passata a fare pacchi e pacchettini per il cambio di stagione degli armadi e per una serie di anniversari e feste. Nel weekend ho guardato con mia figlia Mummie - A spasso nel tempo, film di animazione della Warner Bros: ho apprezzato il ruolo attivo e decisionista della principessa di turno, un po' meno le labbra super turgide e brillanti.
Sono alla ricerca di ispirazione su Netflix, mentre ho accumulato per coincidenza una serie di libri in versione cartacea che non so quando mai leggerò: ultimamente faccio molta fatica a leggere qualcosa sull’e-reader, il cartaceo in questa fase è ancora più complicato.
Le letture, gli ascolti e le visioni di Tatiana
Proseguo a non avere consigli di lettura (libri), ma di ascolto. Durante il fine settimana ho ascoltato molta musica e qualche puntata di podcast. Cosa vuol dire fare ricerca con gli utenti con Mariacristina Lavazza su Sprintaly Talks, Amare Parole con Vera Gheno sulla questione del post con il quale Giorgia Meloni ha congedato il compagno e da lì una lista di modi di dire e proverbi che spesso sbagliamo (tanto va la gatta al? Largo e lardo? Oppure: prostituta di? Alto bordo o borgo?) Ascolta la puntata e scoprili tutti.
Proseguo come al solito con Morning e Morning weekend. (Se non hai un abbonamento a Il Post, scrivimi e ti regalo una puntata)
Venerdì ho partecipato a Story hacking con Mafe de Baggis e altre splendide persone. Avevo bisogno di ricentrarmi sulle storie (sì, lo storytelling, ma forse, come per la strategia, ha bisogno di altre definizioni).
Serie TV: Ieri è mancato Matthew Perry, l’amato Chandler di Friends e io non riesco a farmene una ragione. Ieri sera sono stata a mugugnare un po’ di fronte a una puntata di Friends: The Reunion, su Sky Series.
Ho iniziato One piece e già lo amo tantissimo. Proseguo con sex education e, ovviamente, con XFactor (ho già la mia lista di preferiti).
Domani sera farò parte dello spettacolo di Teatrandhalloween. Se sei da queste parti, c’è ancora posto, ma meglio prenotare.
Tengo traccia dei libri che leggo su Goodreads. Ci sei anche tu?
🔎[Cosa stiamo facendo] Notizie dal mondo Kanji
Una settimana con un giorno festivo in mezzo, ma che non ci fermerà! Siamo immerse in progetti nuovi e in corso, dentro e fuori Kanji.
📍Note a piè di pagina
Cerchiamo di usare un linguaggio rispetto e inclusivo. Nel testo potresti trovare questi simboli: « ǝ», «з»
Cosa significano? Sono simboli fonetici [schwa (o scevà)] utilizzati per non fare differenze, rispettando l’identità di genere di ognuno. Il simbolo fonetico /ə/ si usa per le desinenze al singolare. Lo schwa lungo /3/ invece per il plurale. Ne abbiamo parlato in una newsletter: voce del verbo includere.
📍Note a piè di pagina/ 2
Ogni tanto, nei consigli di lettura dei libri che leggiamo, o abbiamo letto, c'è un link con un codice di affiliazione. Questo significa che se clicchi e poi compri una di noi prende una piccolissima percentuale. Qui i dettagli.
È giusto e corretto che tu lo sappia e decida di conseguenza cosa fare. ;)
Vuoi condividerla? Puoi usare il bottone qui sotto