I punti ciechi di ogni business
I tuoi punti deboli sono i punti deboli della tua impresa e la loro ampiezza è inversamente proporzionale al grado di diversità presente in azienda.
L’alternanza lavoro-festività di queste ultime settimane mi sta portando grande giovamento, sarei davvero felice se la settimana lavorativa di 4 giorni diventasse una prassi anche qui in Italia.
Per poterla adottare, però, serve una concezione del lavoro diversa da quella ancora vigente in moltissime imprese italiane, dobbiamo prima modificare il nostro sguardo e ampliare la prospettiva.
In ogni ambito, più lo sguardo è ristretto e più sono i punti ciechi.
Info di servizio: la prossima puntata uscirà lunedì 12 (saltiamo il 5 maggio).
Io sono Chiara e questa è la newsletter di Kanji, quella che parte ogni lunedì mattina per arrivare alla tua casella di posta. Se te l’hanno inoltrata e vuoi iscriverti, puoi farlo da qui.

Anche nel business vale lo stesso principio: i punti ciechi di un’impresa sono quelli delle persone che ne dirigono l’andamento. Siamo in grado di portare in azienda solo rischi e opportunità che siamo in grado di vedere. Tutto il resto o non esiste o lo percepiamo come non rilevante.
Di seguito tre esempi tipici.
Finanza, burocrazia e clima organizzativo
Un tipico esempio sono quelle persone che guidano un’impresa pur non avendo competenze finanziarie. Ce ne sono molte, sono bravissime a fare il loro mestiere e a mandare avanti un’impresa fiorente, dal punto di vista economico. Ma quando un’azienda cresce e i numeri lievitano, basta un ritardo in un incasso importante, o una liquidazione TFR imprevista, per mandare in sofferenza l’intera impresa.
Senza competenze finanziarie nel team dirigenziale, le imprese corrono una serie di rischi che potrebbero evitare e non massimizzano gli utili netti, perché chi le guida non è in grado di vedere le possibili opportunità finanziarie.
Un altro esempio concreto sono quelle imprese composte da persone con esperienza professionale molto verticale e poco variegata: sono persone che non conoscono le tante diverse tipologie di burocrazia a cui l’impresa deve rispondere e l’importanza relativa dei diversi sottotemi che la compongono.
Ad esempio, in molte startup, le persone sono concentrate a creare un nuovo business, a innovare un prodotto o un servizio, a rispondere a un bisogno mai intercettato prima. Sono persone visionarie, in grado di ispirare e generare disruption rispetto al passato, spesso anche persone molto competenti dal punto di vista tecnico ed è giusto così, altrimenti la loro startup non potrebbe nemmeno iniziare a funzionare.
Ma se nessuno nel team ha competenze giuridico-amministrative, quel business non darà grande rilevanza ad avere un buon contratto con i partner più importanti, un documento di conferma d’ordine controfirmato dal cliente o l’iscrizione al Mepa per poter proporre il proprio prodotto alla pubblica amministrazione. Per non parlare dei rischi, più o meno rilevanti, collegati ai classici adempimenti amministrativi quali gestione della privacy, sicurezza sul lavoro, scadenze fiscali ecc.
L’ultimo esempio che ci tengo a menzionare riguarda il clima organizzativo: un buon clima è un asset difficile da misurare ma di valore inestimabile: è ciò che permette di continuare a rispondere bene sul mercato, nonostante la crescente complessità in cui siamo immersз.
Il problema è che il livello di bontà/tossicità del clima aziendale viene percepito meglio da chi è più sensibile alla potenziale discriminazione e da chi non ricopre incarichi apicali.
Un'azienda governata da una persona privilegiata (ad esempio, un unico titolare maschio, bianco, abile, etero e cis) ha spesso un punto cieco rispetto alla capacità di leggere la bontà del clima interno, perché chi ha sempre potuto esplicitare i suoi problemi senza rischio di discriminazione fa più fatica a empatizzare e a prendersi carico di esigenze che non ha mai vissuto.
Il vissuto di chi chiede un aumento di livello contrattuale per via dell’aumentato numero di trasferte necessarie nel suo ruolo è ben diverso da quello di chi deve assentarsi per prendersi cura della sua disforia di genere.
Affiancare nella guida di impresa una persona più attenta, preparata e sensibile a tematiche potenzialmente discriminatorie, permette di ridurre l'ampiezza di un punto cieco che spesso è determinante nella crescita futura di un business.
In sintesi, quali che siano i miei punti deboli, questi si riflettono nell'impresa che governo, dirigo o che sono in grado di creare. Il miglior modo di far fronte a questa debolezza è circondarsi di persone più brave di noi in ciò che non ci riesce bene. Serve aumentare la diversità dei punti di vista coinvolti per limitare i nostri punti ciechi e ridurre i rischi collegati.
Circondarsi di diversità è faticoso, perché richiede un enorme sforzo nella creazione di un linguaggio comune che parta dalla condivisione valoriale e si esplichi nelle prassi di lavoro quotidiane. Ma è una fatica che si ripaga nel tempo perché mentre genera affiliazione, senso di partecipazione e continuità (un turnover alto dei knowledge workers ha fatto chiudere i battenti a più di un’impresa), riduce i punti ciechi di un’impresa, compensando quelli di una singola persona con i punti di vista delle altre persone che partecipano.
Come posso identificare i miei punti ciechi?
La SWOT Analysis
L'analisi SWOT è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un'impresa o in ogni altra situazione in cui un'organizzazione - o un individuo - debba prendere una decisione per il raggiungimento di un obiettivo (fonte: Wikipedia).
Questo strumento indaga l'ambiente interno (analizzando punti di forza e di debolezza) e quello esterno all'organizzazione (analizzando minacce ed opportunità) per aiutare a prendere consapevolezza di ciò su cui può, o potrebbe, fare leva e di ciò che potrebbe comportare dei rischi, attuali o futuri.
Dal punto di vista pratico è un canvas molto semplice a forma di croce dove, in ogni quadrante, vengono elencati gli elementi, i fattori e le tematiche che costituiscono, rispettivamente, un punto di forza, una debolezza, un'opportunità o una minaccia.
Più in particolare i due quadranti superiori creati dalla croce si focalizzano sul contesto interno all’impresa, con i punti di forza in alto a sinistra e i punti di debolezza in alto a destra.
Usare la SWOT per identificare i punti ciechi di un business
In uno degli ultimi incontri direzionali presso un’azienda cliente ho utilizzato l’area in alto della SWOT (quella del contesto interno) per identificare i punti ciechi di quel business. Ha funzionato talmente bene che qui lo propongo come un esercizio per chiunque voglia provare a mettersi in posizione scomoda, per vedere cosa potrebbe cambiare in meglio nel futuro della sua impresa.
L’area in alto della SWOT risponde a un insieme di domande collegate che suonano più o meno così:
quali sono i punti di forza interni al tuo business?
quali sono gli elementi (abilità competenze, risorse) su cui puoi fare affidamento per portare avanti la tua impresa?
quali sono i fattori interni che determinano il successo della tua impresa?
e quali sono i punti di debolezza del tuo business?
quali sono gli elementi (abilità competenze, risorse) che dovresti acquisire per portare avanti la tua impresa?
quali sono i fattori interni che dovresti migliorare per garantire il successo della tua impresa?
Le abilità, le competenze e le risorse di un business sono la somma di ciò che portano le persone che di quell’impresa fanno parte; allo stesso modo ciò che manca a tutte le persone è qualcosa che manca all’intera impresa ed è quindi un fattore di debolezza, attuale e/o potenziale.
Per prendere consapevolezza di quali sono i nostri punti ciechi possiamo quindi utilizzare lo strumento dell’analisi SWOT, con un focus sulle competenze e sulle esperienze che l'azienda, cioè l’insieme delle persone che la compongono, possiede o che le mancano per poter prosperare bene.
Perché i nostri punti forti e i nostri punti deboli parlano di chi siamo, ma anche di chi vorremmo diventare, anche se ancora non lo siamo. Come persone e come imprese.
Buon lunedì, buona scoperta,
Chiara (e Tatiana)
📃Abbiamo parlato di
L’utilità dell’analisi SWOT sono le buone domande che ti mette davanti, qui il link a un nostro articolo sulla forza del punto interrogativo.
📍Cose che hanno lasciato un segno
Intelligenza emotiva, intra e interpersonale, in azienda, da un post di Roberta Zantedeschi su LinkedIn
📚🎧📺 Stiamo leggendo/ascoltando/guardando
Le letture, gli ascolti e le visioni di Chiara
Ho finito di guardare The Marvelous Mrs. Maisel e anche l’ultima stagione mi è piaciuta tantissimo: non scontata e senza quei finali aperti, commercialmente validi, che spopolano da qualche anno.
Ho ascoltato l’ultimo episodio di Tutti gli uomini, di Irene Facheris e mi ha dato, di nuovo, tantissimi spunti costruttivi.
Continuo con Il passaggio, romanzo di Pietro Grossi, e Il cigno nero, saggio di Nassim Nicholas Taleb, alternati a Sentiti bene nella tua casa di Frida Ramstedt e Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza di Maura Gancitano, Tlon editore.
Le letture, gli ascolti e le visioni di Tatiana
Letture. Ho iniziato Il mago delle parole di Giuseppe Antonelli. Molto interessante, soprattutto perché «La grammatica è glamour.»
Ascolti. Sempre tanta musica nelle orecchie, in questi giorni: il 25 Aprile ho assistito a un concerto molto figo: Cantafinoadieci, il coro delle mondine di Novi (superlative). Facendo cose, tra cui cucire, cucinare, e preparando l’orto in balcone, ne ho approfittato anche per recuperare un po’ di puntate di podcast che avevo lasciato un po' in sospeso (per ascoltarle appieno). Cosa consiglio? Sicuramente Sigmund, in particolare la puntata sull’ADHD, e l’ultima puntata di Amare parole in cui si parla di Maschiosfera e durante il quale ho conosciuto due nuovi personaggi.
Proseguo invece con i soliti ascolti: Orazio di Matteo Caccia, Morning con Nicola Ghittoni, Ci vuole una scienza con Beatrice Mautino ed Emanuele Menietti.
Visioni. Proseguo con The Blacklist (7^stagione), finita La porta rossa (RaiPlay). Non sono ancora riuscita a guardare Adolescence (sono molto curiosa), ma rimedierò presto.
Tengo traccia dei libri che leggo su Goodreads. Ci sei anche tu?
🔎[Cosa stiamo facendo] Notizie dal mondo Kanji
Settimana corta per entrambe, Kanji chiude qualche giorno in occasione del ponte del primo maggio, Chiara diretta a Leolandia e Tatiana in tour (Instagram sarà dove conoscere i dettagli). Ecco perché il 5 maggio non uscirà la newsletter. Appuntamento slittato a lunedì 12 maggio.
📍Informazioni di servizio
Cerchiamo di usare un linguaggio rispetto e inclusivo. Nel testo potresti trovare questo simbolo: « ǝ». Cosa significa? È un simbolo fonetico [schwa (o scevà)] utilizzato per non fare differenze, rispettando l’identità di genere di ognuno. Ne abbiamo parlato in una newsletter: voce del verbo includere.
Ogni tanto, nei consigli di lettura dei libri che leggiamo, o abbiamo letto, c'è un link con un codice di affiliazione. Questo significa che se clicchi e poi compri una di noi prende una piccolissima percentuale. È giusto e corretto che tu lo sappia e decida di conseguenza cosa fare. ;)
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