Anche meno
E se settembre fosse un po' meno pieno, aggressivo, rampante, performante di quel che sembra debba essere?
Le persone intorno a me hanno avuto agosti molto differenti: chi al lavoro, chi in vacanza totale, chi in totale immersione in progetti personali. Ma c’è una cosa che accomuna tutti i racconti, il mio compreso: con oggi inizia un mese di settembre più che carico, carichissimo. Dev’essere per forza così?
Io sono Chiara e questa è la newsletter di Kanji, quella che parte ogni lunedì mattina per arrivare alla tua casella di posta. Se te l’hanno inoltrata e vuoi iscriverti, puoi farlo da qui.
Il nostro calendario di settembre è più colorato che mai, con tutta una serie di:
laboratori, trasferte, incontri vari, sia su progetti lunghi già avviati sia su nuovi progetti,
scadenze, avvisi e deadline da rispettare,
corsi di formazione da seguire,
contenuti da creare e distribuire, tra i quali questa newsletter è uno dei più piacevoli, peraltro.
Così facendo però il beneficio del riposo estivo sembra destinato a volatilizzarsi nei prossimi quindici giorni e la cosa mi sembra un tantino eccessiva, anche perché la mia prossima pausa sarà, se va bene, tra due mesi.
Abbiamo bisogno che queste pause ci diano una ricarica almeno sufficiente ad arrivare alla pausa successiva, altrimenti il circuito si andrà mano a mano deteriorando (con velocità e modi differenti per ciascuno di noi, ma tant’è) perché nessunǝ può correre per sempre.
Ho già scritto più volte che la cultura della performance è più tossica che utile, anche in termini di sviluppo del proprio business. Le crescite improvvise ed esponenziali sono sempre in parte frutto di una bolla, che per sua stessa definizione è destinata a esplodere.
E se queste crescite vengono pure costrette e condensate nel mese di settembre, per definizione il periodo perfetto della “ripresa”, aumenta la probabilità che portino risultati parziali o di breve periodo. Perché le persone dall’altra parte dello schermo sono messe (male) come noi: sommerse da una marea di informazioni da processare, task da completare, problemi da risolvere che riusciranno a dedicarci, se va bene, solo una infinitesimale attenzione superficiale.
L’opzione “slow”
Il primo movimento Slow ha avuto inizio nel 1986 in Italia e riguardava il cibo, per poi pian piano allargarsi a tanti altri ambiti della nostra vita, le città per prime e poi anche le relazioni personali.
Per sintetizzare, prendo in prestito le parole di Carl Honoré:
«Si tratta di una rivoluzione culturale contro l'idea che più veloce è sempre meglio. La filosofia dello Slow non è di fare tutto al ritmo di una lumaca. Si tratta di fare tutto alla giusta velocità. Assaporare le ore ed i minuti piuttosto che solo contarli. Fare tutto nel miglior modo possibile, invece che il più velocemente possibile. Si tratta di qualità sulla quantità in tutto, dal lavoro, al cibo, all'essere genitori.»
Sono un’amante della velocità: che sia in moto, sugli sci o con il kite surf, adoro sentire il vento sulla faccia, mi fa sentire viva e piena di gioia.
Da un punto di vista organico, la velocità genera una scarica di adrenalina che dona piacere, e ne vorremmo sempre di più.
Ma credo che il tentativo di applicarla a ogni ambito della nostra vita abbia un po’ passato il limite, i casi di burnout continuano ad aumentare.
Siamo essere organici, per crescere abbiamo bisogno che un insieme di risorse (elementi chimici) si trovino insieme alle ideali condizioni di temperatura, umidità e quant’altro.
La stessa cosa, io credo, vale anche per le imprese, perché sono fatte di persone e relazioni e come tutta la chimica organica, hanno bisogno del giusto habitat per potersi sviluppare ben bene.
Certo, dal novero dobbiamo escludere quei mostri abnormi costruiti negli ultimi vent'anni per massimizzare i profitti, quelli che purtroppo ancora oggi guidano il mondo finanziario e influenzano la geopolitica mondiale, quelli che continuano a divorare risorse a un ritmo troppo veloce perché si possano rigenerare.
E in queste risorse ci metto anche il ritmo di lavoro, perché un ritmo di lavoro troppo veloce, con troppe poche pause, esaurisce le persone, le “brucia”.
Se è vero che chi ha più forza e potere economico può far sentire la sua voce sopra quella di tutti gli altri, scelgo di dare rilevanza a tutte quelle persone che non partecipano alla gara del chi urla più forte, ma sono altrettanto importanti e determinanti nell’equilibrio delle cose.
Perciò lo sprone che mi faccio è di essere un po’ più coraggiosa e raccontare sempre più spesso, e a sempre più persone, che esiste un modo di fare business che non è roboante, aggressivo e rampante. Esiste un modo di fare impresa che sembra meno, ma solo perché è più sommesso, tranquillo, naturale, umano. E che sul lungo periodo funziona meglio, perché in grado di ascoltare e creare valore duraturo.
Settembre sostenibile
Al di là dello Slow Movement, che potrebbe non fare al caso tuo, credo che sia importante provare a ripartire in modo più sostenibile con queste tre domande:
cosa possiamo togliere a questo settembre per renderlo più ricco?
Cosa possiamo rimandare, disdire, ridurre, per provare a tenere un ritmo sostenibile sul lungo periodo?
Quali aspettative possiamo abbassare affinché siano più umanamente raggiungibili?
Se non riesci a fare decluttering mentale per te stessǝ prova a chiederti se puoi farlo per qualche altra persona intorno a te, ché essere circondatз dalla serenità è già un buon passo avanti.
In ogni caso, mantieni la calma, sii realista nel dosare le tue energie e affronta questo mese con fiducia nella tua capacità di saper trovare l’equilibrio giusto per te.
Buon lunedì, buon inizio di settembre,
Chiara (e Tatiana)
📃Abbiamo parlato di
📍Cose che hanno lasciato un segno
Credi ai giorni, alle ore, ai minuti, dalla newsletter di Paola Chiara Masuzzo
Come ridurre il senso di sopraffazione di Carl Pullein ( testo e audio in inglese)
Il 3 ottobre esce Storie spaziali per Maschi del futuro di Francesca Cavallo, la versione al maschile di Storie della buonanotte per bambine ribelli, da regalare a tutti i bambini e le bambine che conoscete.
📚🎧📺 Stiamo leggendo/ascoltando/guardando
Le letture, gli ascolti e le visioni di Chiara
Agosto è volato su Netflix e sui libri. Ho adottato un modo un po’ più orizzontale di esperire contenuti: ne inizio tanti diversi e li proseguo in parallelo. Qui quelli che ho finito, quelli ancora in corso arriveranno in seguito.
Su Netflix ho guardato la prima stagione di One piece che mi è piaciuta moltissimo, perché sono affezionata al manga e perché è una delle pochissime che sono riuscita a vedere insieme al mio compagno (prima di Gemma era uno dei nostri passatempi preferiti).
Ho guardato anche la Regina Carlotta, spin off dei Bridgerton e Business proposal, k-drama dei più scontati.
Ho finito di leggere il saggio Stati nervosi di William Davies e mi è piaciuto parecchio, tante le sottolineature che ho intenzione di riprendere.
Ho letto Una posizione scomoda, breve romanzo di Muzzopapa su uno sceneggiatore insoddisfatto di come sta andando la sua carriera professionale.
Ho letto Come d'aria di Ada D’Adamo insieme a mia mamma, è stato doloroso e terapeutico insieme, e ci ha avvicinate parecchio.
Le letture, gli ascolti e le visioni di Tatiana
Letture. Ho letto con piacere e curiosità Riavviare il sistema: Come abbiamo rotto Internet e perché tocca a noi riaggiustarla di Valerio Bassan. Partendo dalla premessa “La promessa originaria di Internet è stata tradita.”, Bassan vuole scrivere un manifesto per scrivere insieme il prossimo capitolo del mondo digitale. Super consigliato.
Nel tour di questa estate, abbiamo risolto due casi di omicidio al fianco di Manrico Spinori: Io sono il castigo e Un cuore sleale. Scritti da Giancarlo De Cataldo e letti magistralmente da Francesco Montanari.
Ascolti. Tra gli ascolti, ho ascoltato tanta musica (e i due audiolibri). Dalla fine di agosto, sono ripartita con Morning, Amare Parole. Sabato è uscita la nuova puntata di Indagini di Stefano Nazzi (già in lista ascolti)
Visioni. Prima di partire, sono riuscita a ritagliarmi del tempo per finire Criminal minds (e pure l’ultima stagione Criminal minds evolution) e Under the bridge (consigliata). Mentre ero via non ho resistito all’ultima stagione di The bear (che credo riguarderò da uno schermo più grande 🙂). Ho iniziato, ma fatico a proseguire, Yara: non amo come è costruita, ma ho bisogno di farmi un’idea mia (ritornerò). Negli ultimi giorni ho iniziato la nuova stagione di Only murders in the building.
Tengo traccia dei libri che leggo su Goodreads. Ci sei anche tu?
🔎[Cosa stiamo facendo] Notizie dal mondo Kanji
La scorsa settimana abbiamo ripreso le attività legate ai progetti già in corso, e con questa settimana entriamo nel vivo delle cose. E nel farlo proviamo a tenere un passo da montagna, costante e giusto per noi.
📍Informazioni di servizio
Cerchiamo di usare un linguaggio rispetto e inclusivo. Nel testo potresti trovare questo simbolo: « ǝ». Cosa significa? È un simbolo fonetico [schwa (o scevà)] utilizzato per non fare differenze, rispettando l’identità di genere di ognuno. Ne abbiamo parlato in una newsletter: voce del verbo includere.
Ogni tanto, nei consigli di lettura dei libri che leggiamo, o abbiamo letto, c'è un link con un codice di affiliazione. Questo significa che se clicchi e poi compri una di noi prende una piccolissima percentuale. È giusto e corretto che tu lo sappia e decida di conseguenza cosa fare. ;)
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Difficile non essere d'accordo, credo che il segreto sia una pianificazione perfetta che lasci un giusto spazio alla contemplazione e al recupero intelligente. Buon settembre!